domenica 25 luglio 2021

Il virus del cambiamento

Due minuti fa mi sono trovato a scrivere sul Diario di Leto:

Le cose che vanno come non te lo aspetti o come non vorresti, non aspettarti che tornino come te le aspettavi o come le volevi. Il tempo ha la sua inerzia, ma raramente le cose riprendono la piega desiderata; bisogna saper accettare il cambiamento, farsene una ragione, trovare anzi il modo di girare in buono quello che lì per lì ti sembra cattivo. Come un virus, il cambiamento entra dentro e si attacca alle tue cose, e per quanto esse sembrino tornare a quello stato che tu consideravi “normale”, il virus del cambiamento gli rimane dentro, più o meno manifesto, più o meno “dannoso”, più o meno capace di mutare la loro “natura” (virgolette perché sempre meno mi riesce pensare che la natura sia naturale).

Anche l’evoluzione fa così. Non c’è un fine, né tantomeno un fine giusto o sbagliato; c’è solo una strada da percorrere, che si crea da sola, viaggiandoci.

Sono sempre cattivi i virus? Guardando tutto dal punto più alto, non direi. Non dal loro punto di vista, sicuramente; ma a guardare bene, accettando il nonsenso dell’aspettativa di un fine, può darsi che non siano in assoluto cattivi neanche dal nostro.

E mi piace riportarlo qui.

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