domenica 29 dicembre 2019

Dolore

Ho cinquantaquattro anni.
Mia mamma ne ha ottantadue; la mattina del 27 dicembre 2019, improvvisamente, le hanno diagnosticato una leucemia mieloide acuta. La dottoressa mi ha preso da parte, nel corridoio, mentre la mamma cercava di riposarsi sul suo lettino, e con parole non casuali mi ha messo al corrente della cosa, con brevissimo crescendo. La cosa mi è entrata dentro col fracasso che ci si può immaginare. Di lì a poco ho dovuto contenere e dissimulare uno svenimento. Non sono riuscito a rimanere forte come avrei dovuto.
Da lì, più volte mi sono trovato a considerare le possibilità che adesso abbiamo davanti. Più volte le ho tenuto la testa mentre i colpi di tosse la devastavano, l'ho fatta orinare, l'ho accudita come ho potuto, con l'impaccio, la determinazione, l'imbarazzo, lo schifo, l'amore, la pena, l'imperizia di chi lo fa la prima volta.
Più volte ho pianto verso il nulla, senza imprecare, senza chiedere niente, senza recriminare, senza sperare alcunché; solo per la pena di un dolore vuoto e senza senso se non quello della Vita.
Oggi mi sono detto che molte credenze devono nascere o da dolori vuoti, come questo, o al contrario da felicità incontenibili, per il senso del ringraziamento. In entrambi i casi probabilmente di tratta dello stesso problema: noi uomini siamo probabilmente solo troppo coscienti di noi e dell'esistenza, e forse in modo distorto.
Spero sia un problema legato all'evoluzione; spero che l'evoluzione perfezioni anche questo aspetto, ed elimini il dolore per quanto possibile; questa sì che sarebbe eleganza.

1 commento:

  1. Sì, anch'io penso sia così. In fondo i nostri differenti stati d'animo nascono solo grazie a delle ghiandole che secernono sostanze che causano, a seconda dei casi, tristezza, gioia, rabbia, ecc…
    Ed è altrettanto vero che per molti sia naturale, in casi estremi, chiedere aiuto o provare rabbia verso qualcosa di soprannaturale. Sicuramente si tratta di quello stesso soprannaturale che, all'inizio dei tempi, ci è servito a dare spiegazione a molti fenomeni naturali come il sole, il vento, la pioggia o i fulmini.
    Col tempo abbiamo raffinato e reso più credibile questo soprannaturale; alcuni di noi sono riusciti ad andare oltre e se ne sono del tutto affrancati. Ma anche questi ultimi forse riconoscono che è anche grazie a queste credenze se siamo riusciti a darci delle leggi morali grazie alle quali ci differenziamo dagli animali.
    Non so però se l'evoluzione ci porterà un giorno a superare del tutto il dolore, tanto da far in modo che questo non ci faccia stare male.
    Forse le sensazioni e gli stati d'animo che il nostro corpo ci trasmette in fondo ci tornano utili perché ci servono per indirizzare i nostri comportamenti. Quando siamo tristi è perché la situazione che stiamo vivendo deve essere affrontata con tristezza.
    Penso agli animali più feroci i quali, per esempio, quando hanno dei cuccioli, grazie a delle endorfine che vengono secrete al momento opportuno, sono in grado di portare avanti le cure parentali mettendo da parte per un po' di tempo il loro carattere intrinseco. Senza questo meccanismo naturale forse trascurerebbero i figli o addirittura li mangerebbero e la loro specie si estinguerebbe.
    Credo sia difficile stabilire se in futuro riusciremo ad eliminare in qualche modo le sensazioni che ci causano dolore (già ora sicuramente saremmo in grado di anestetizzarlo artificialmente) oppure a superarlo a livello culturale.
    In attesa di questo tipo di sviluppi, quello che possiamo fare adesso è convincersi del fatto che il nostro corpo è destinato a degradarsi, rompersi e smettere di funzionare, come accade ad un qualsiasi macchinario.
    Realizzando ciò, può darsi che le sensazioni dolorose che proviamo quando un certo tipo di situazione ci sovrasta, possano risultare almeno un pochino mitigate.

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