sabato 14 maggio 2022

La teoria dei giochi di Wisława

No, non c'è nulla oltre quella soglia. Inutile cercare pretesti.

E questo apre scenari interessanti.

Ora: la cosa più interessante è senza dubbio il tempo che devi sprecare per capirlo.

Per convincertene.

Per ammettere che non può che essere così.

Per riconoscere che non ci avevi capito niente, per acquietare il senso immane di spreco, per sentirti normale.

Quando, sveglio, ci arrivi, capisci, realizzi, fai tuo questo nuovo modo di vivere il mondo, allora ti viene addosso una valanga di conseguenze; che sommergendoti, schiacciandoti, ti libera da tutti i tuoi problemi.

Tutti, ho detto. Tutti.

Se sei sveglio, se realizzi bene: tutti.


Mi dicono che sembriamo essere programmati per coltivare credenze, e di conseguenza per essere stupidi quanto basta per sopravvivere – o almeno provarci.

Mi verrebbe da prendermela con il mondo, ma il mondo è esattamente il mio pensiero.

Dunque mi conviene riderne. Con leggerezza – a che vale prendersela, in questo contesto?

Oh! Ho detto "conviene"!

Solo poco tempo fa avrei subito fatto appello a una morale, per dubitare della convenienza di quel concetto (strano giro di parole!).

Oggi no. Non c'è niente di sconveniente nel perseguire ciò che conviene; non è vergognoso, non è amorale (eccone un'altra!).

Troppe volte la vita mi dimostra che le cose fatte bene sono quelle che ti portano ad estremità.

Ami un gesto (ossessivamente, magari, e non è un problema) se lo pratichi fino alla sua estremità.

Ti senti al sicuro solo se hai fatto di tutto per capire, sperimentare, imparare quella cosa, senza poter fare niente di più.

Non amo le persone che non praticano le estremità.

Posso fidarmi di chi spreme il dentifricio dalla metà del tubetto, ma amo veramente chi lo spreme scrupolosamente dal fondo. Pedissequamente. (Stupendo!)

La sola scusa per tollerare la stupidità del mondo è la sua complessità. Ma il fatto che si possa essere in grado di concepire questo mi dà già un sollievo enorme. Mi ritengo fortunato.

Mille parole, ma non qui.

Allora andiamo avanti, sapendo bene che i giorni sono contati, i passi limitati, e la complessità ci sovrasta.

Ogni scenario è aperto: siamo liberi – anche se non lo siamo: è possibile ogni pensiero, gesto, astrazione, col solo limite delle nostre forze fisiche e mentali; e non rompete i coglioni, per favore, con altri discorsi: ogni astrazione, gesto, pensiero è possibile e aperto a chi voglia e possa praticarlo; e qualunque giudizio da parte di chiunque non ha alcun senso.

Io sono tutti, e non sono nessuno.

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